Segni di fede nei nostri quartieri: la Cappelletta di Lambrate

Da oltre 1.500 anni il piccolo oratorio all’angolo tra Via Bertolazzi e Via Dardanoni resiste all’inclemenza del tempo e alle vicissitudini secolari (guerre, pestilenze, carestie, occupazioni straniere), sopravvivendo persino al bombardamento nella notte del 13 agosto 1943, quando un ordigno sfondò il tetto fermandosi sull’altare, fortunatamente senza esplodere.

L’attuale Cappelletta è il risultato di una plurisecolare trasformazione, da luogo di culto romano (rappresentato probabilmente da un’ara sacrificale pagana) ad altare cristiano e infine a piccola edicola votiva: intorno ad essa pregarono i milanesi esiliati dall’Imperatore Barbarossa (1125 -1199), rifugiatisi a Lambrate dopo la distruzione della città da parte delle truppe imperiali; tra il 1567 e il 1573 san Carlo Borromeo vi officiò a più riprese funzioni religiose, così come il cugino Federico, arcivescovo di Milano, che vi sostò in preghiera durante la visita pastorale alla comunità lambratese nell’autunno del 1610.

Durante la Seconda guerra mondiale alcuni membri delle famiglie che avevano i loro congiunti dispersi in guerra presero l’abitudine di ritrovarsi qui, dopo la funzione religiosa alla chiesa di San Martino, a pregare per il ritorno dei loro cari.
Ancora oggi la Cappelletta esiste allo stesso incrocio stradale, continuando a rappresentare un notevole elemento identitario e spirituale per l’intera comunità lambratese.